Testo: Elisabetta Ferrari
Il
mio ultimo viaggio, che vi ho raccontato qualche mese fa, riguardava l’India,
precisamente Mumbai.
Oggi voglio presentarvi un’altra India, ricca di tradizioni
e spiritualità.
Per
conoscere le usanze e le credenze più antiche, di questo straordinario paese,
abbiamo seguito i consigli di un amico effettuando così un viaggio lungo il
corso del Gange, il fiume più sacro e venerato dell’India.
La mitologia hindu
racconta che all’inizio dei tempi Ganga, così viene chiamato il Gange dai suoi
devoti, era un fiume celeste che scorreva nel mondo degli Dei. Il dio Vishnu
misurò con tre passi il cosmo, che aveva la forma di un uovo, fece un foro alla
volta celeste con l’alluce del piede e così, l’acqua del fiume, cominciò a cadere sulla
nostra terra con una grandissima forza. Il dio Shiva, per diminuire
l’immensa forza dell’acqua, decise di
accogliere il fiume su di lui prima di lasciarlo cadere sulla Terra. Quando si
osserva l’immagine di Shiva, si può notare che sopra i capelli raccolti c’è una
striscia azzurra, si tratta proprio dell’acqua del Gange che cade dal cielo.
Questo è il significato del gesto che compiono i devoti: bere un sorso d’acqua
per purificarsi e versare il resto nel fiume per rievocare la discesa del Gange
sulla Terra.
Naturalmente
qui nessuno si preoccupa che l’acqua del fiume sia inquinata, soprattutto a
valle. Purtroppo nel Gange si riversano gli scarichi di alcune città oltre alle
ceneri e i resti di moltissimi cadaveri che, per tradizione, vengono prima
bruciati in riva al fiume, accompagnati da mantra e canti dei parenti che
invocano una buona reincarnazione per il proprio caro. Durante il nostro
soggiorno a Varansasi, prima tappa del nostro viaggio, abbiamo potuto assistere
a questa funzione ed è stato davvero molto suggestivo.
Varanasi,
conosciuta anche con il nome di Benares, è la città più antica del mondo e la
città più santa per gli hindu, sicuramente meta ideale per tutti coloro che
vogliono conoscere il lato più antico e spirituale dell’India.
La
città è ricchissima di cultura, la definirei un “museo a cielo aperto”, nei
suoi ashram, i luoghi di preghiera e meditazione, vissero filosofi, poeti, teologi, e la sua
spiritualità è legata al fiume sacro.
Varanasi
– preparazione della legna per bruciare i defunti
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Varanasi
viene anche definita la città dei morti, ed è considerata il luogo ideale dove
morire perché qui si assicura l’immediata ascesa verso il paradiso di Shiva. Giornalmente,
lungo le sponde, si possono vedere centinaia di devoti che compiono bagni rituali
nell’acqua per poi pregare sulle scalinate, chiamate Ghats, che collegano il
fiume ai templi. Qui si respira un’atmosfera particolare, unica, ed è possibile
cogliere la vera realtà spirituale che caratterizza l’India.
I
Ghats sono il cuore della città, molto affascinanti soprattutto se visitati
alle primissime ore del mattino. Alle prime ore dell’alba i devoti cominciano
ad arrivare per iniziare la giornata con un bagno nel fiume, seguendo complessi
rituali spesso accompagnati da esercizi yoga. Durante tutto il giorno la sponda
del fiume è affollatissima di devoti con indosso abiti coloratissimi,
incontriamo persone che praticano esercizi
yoga, vecchi sadhu che meditano, astrologi che rivelano il futuro, guru
che spiegano le loro dottrine, venditori ambulanti, mendicanti che chiedono la
carità.
Varanasi-
ghats in pieno giorno affollato di devoti
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Al
tramonto arriva l’ora della preghiera e della cerimonia in onore della dea
Ganga. I bramini cominciano a bruciare gli incensi, a suonare le campane e
recitare i mantra, mentre gli altoparlanti diffondono canti devozionali. L'atmosfera è quasi surreale, si respira
un’aria magica, mistica e restiamo incantati ad osservare le centinaia di
persone che si muovono seguendo il ritmo della musica.
La
città, al buio della sera, assume un aspetto molto più misterioso ma decidiamo
di fare un giro a piedi attraverso i suoi vicoli. Raggiungiamo un piccolo
tempio e un anziano signore ci fa cenno di entrare, così ci liberiamo delle
nostre scarpe, e accettiamo ben felici l’invito. Siamo stati per un lungo
periodo in silenzio, circondati solo dal profumo degli incensi e dalla luce
delle candeline accese. Ad un certo punto Babaji ( Baba è il termine che si
usa per indicare una persona anziana e di rispetto, Ji significa signore) mi porge in dono il suo mala, ovvero il
rosario, ed io gli offro il mio. Dopo
questo gesto ci salutiamo e ci incamminiamo verso il nostro albergo.
Varanasi
– donne indiane porgono al fiume le offerte
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Questo
primo giorno di viaggio, lungo il Gange,
è stato davvero molto emozionante. Trascorre l’intera giornata sui ghats
ad osservare i diversi rituali, le cerimonie, è stata un’esperienza ricca e
unica, terminare poi la giornata
ricevendo un caldo benvenuto e la benedizione da parte di un Baba è stato magico.
Non potevamo iniziare meglio il nostro soggiorno nella città dove vita e morte convivono insieme con grande naturalezza.
E’ difficile raccontare l'atmosfera e il fascino di Varanasi, un pezzo del mio cuore è rimasto in questo luogo, felicemente intrappolato tra magia e riti!
Non potevamo iniziare meglio il nostro soggiorno nella città dove vita e morte convivono insieme con grande naturalezza.
E’ difficile raccontare l'atmosfera e il fascino di Varanasi, un pezzo del mio cuore è rimasto in questo luogo, felicemente intrappolato tra magia e riti!
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