Quest’anno potrebbe non essere la vacanza da urlo. Quella che alterna le spiagge affollate alla luce dello strobo delle disco più gettonate. Forse mi perderò l’odore dolciastro della crema protettiva del vicino d’ombrellone, i venditori della spiaggia che urlano “cocco bello, cocco fresco” e la movida più sfrenata, quella sempre attenta a captare volti noti della più chiacchierata coppia calciatore/velina della stagione.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
Per la precisione quel tratto cristallino e imperturbabile del Mediterraneo che accarezza la costa turca facendola sorridere di uno splendente azzurro.
Lì, dove le aree portuali ospitano maestose imbarcazioni locali chiamate Caicchi, che tempestano la costa come in una battaglia navale, salpo su uno di essi e col vento che spiega le vele ammiro la bandiera turca che danza sinuosa e si tinge di un rosso, se possibile ancora più intenso per via del tramonto che fa capolino dal mare.
Una vacanza per rilassare e acuire i sensi, per ascoltare cos’ha da dire il silenzio dopo un intero anno passato a ignorarlo obbligatoriamente. Scaccio dalla mente Milano e serro la porta dei miei pensieri chiudendola fuori. Do, invece, il benvenuto ad una tipologia di vita molto semplice, scandita da giornate dominate dall’ozio totale. Quando il lento e costante dondolio della barca diventa una culla della quale non posso più fare a meno, mi accorgo della bellezza della vita vissuta in mare.
La costa turca avvolge i sensi e li stravolge. Cambio rotta: guardo la terra dal mare. La mia terra ora è il mare. Il mio viaggio ha il sapore di erbe aromatiche selvaggiamente rigogliose che il vento fa arrivare a me, ha il colore intenso del sole che alto scalda il mare, delle serate dai tramonti arancioni e delle notti stellate. Sono le cicale a cantare per me; giorno e notte mi accompagnano con le loro serenate estive. La luna sembra ogni sera più piena e io sono piccola al suo cospetto. Le porgo il mio volto come faccio col sole, sapendo che lei non mi scotterà. Dondolo sull’amaca fino a conciliare il suo ritmo con quello dei miei sogni.
Un solo piede poggiato sulla terra ferma interromperà, alla fine del mio sogno, quell’armonia ritrovata, quasi infantile. Voglio raccontarne la bellezza che percepisco dalla mancanza di ciò che avevo e che ora non ho più.
Ancora oggi, a giorni di distanza dalla mia esperienza, pare di sentire l’attività vibrante dell’acqua sotto i miei piedi. Quella forza che inizialmente aveva dell’innaturale e che coi giorni è diventata parte del mio essere attirandomi a sé come un potente magnete. Oggi provo a guardare il mare dalla terra, voglio capire che effetto mi fa. Lui ondeggia costante e io rimango ferma, imperturbabile nella mia noiosa staticità.
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IL PERCORSO:
Da Bodrum nel Kerme (uno dei golfi più belli e meno abitati del mediterraneo), poi Knidos, Bozburun, Kadirga, Marmaris, Ekincik, Caunos, l’isola di Tersane. Dai luoghi fin troppo vivaci (Bodrum) alla calma più assoluta di Tersane, ove i carpentieri di Solimano prepararono i caicchi, che poi, da Marmaris, partirono alla conquista di Rodi. Caunos, testimone di tre differenti civiltà e le tombe licie di Dalyan, sulla cui spiaggia sabbiosa le tartarughe marine - caretta caretta - vanno a deporre le uova. paesaggi ritmati dalla musica delle cicale e dai cieli stellati.
Knidos e l'anfiteatro |
Knidos: un tempo una delle colonie greche più ricche della costa dell’Asia Minore ora mostra le sue rovine, fra cui l’anfiteatro e il tempio di Afrodite.
Un negozietto di Daçta |
Datça: un tempo piccola località di pescatori, ora grazioso luogo di villeggiatura che tuttavia non è ancora congestionato dal traffico turistico di massa
Il porto di Bozburun |
Bozburun: luogo idilliaco con acque cristalline, centro di pescatori e di cercatori di spugne, nonché sede di numerosi cantieri dove si costruiscono caicchi di tutte le stazze
Il Gran Bazar di Marmaris |
Marmaris: attrezzatissima località di villeggiatura che, insieme a Bodrum e alla vicina isola di Rodi, è diventata punto di incontro delle imbarcazioni a vela dell’Egeo meridionale
Caunos e Dalyan: splendide località da visitare con una piccola imbarcazione locale, risalendo il fiume Dalyan attraverso la fitta vegetazione di canneti fino alle rovine dell’antica Caunos, con le sue interessanti tombe rupestri licie. Quì è possibile addentrarsi nell'area termale all'aperto, molto suggestiva, ai piedi delle montagne rigogliose, fare dei fanghi e poi immergersi nella piscina con acqua sui 40°.
Le tombe licie |
L'area termale all'aperto |
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INFO UTILI:
- Documenti d'identità: per i turisti italiani che si recano in Turchia con viaggi organizzati da Tour Operators non è necessario il passaporto, basta la semplice carta d'identità valida per l'espatrio e in corso di validità. Non è richiesto alcun visto. Non è accettata a cartad'identità elettronica con proroga cartacea.
- Vaccinazioni: non richieste
- Fuso Orario: Turchia + 1 ora rispetto all'Italia
- Clima e abbigliamento: sulla costa Egea da aprile a ottobre (mesi attivi per il tour in caicco) la temperatura si aggira sui 13°/26°. Si consiglia abbigliamento sportivo e informale e calzini per entrare nelle moschee.
- Valuta: La lira turca è la moneta ufficiale locale (euro 1 = TL 200 c.a.). L'acquisto delle lire turche si può effettuare in banche ed uffici cambi, presenti ovunque. Viene accettato quasi ovunque l'euro
- Prefissi: da Turchia a Italia - 0039 più prefisso singola città, da Italia a Turchia - 0090 più prefisso delle varie località senza lo zero
- Corrente elettrica: 220 V con spina a due fasi e fori tondi come in Italia
- Cucina: saporita, poco speziata rispetto ad altri Paesi mediterranei
PUBBLICATO SU:
http://viaggi.corriere.it/diari-di-viaggio/europa/turchia/madre_terra_padre_mare_158554.shtml
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Testo e foto di La Ste
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