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venerdì 27 aprile 2012

ATM. A volte ritornano

Il "chiacchieratissimo" campanile della Basilica di S.Eustorgio

Questo Post è FUORI TEMA

" Nel 1306, sul campanile della Basilica di S.Eustorgio, fu impiantanto il primo orologio pubblico di Italia"
cit. ATM

Chi, come me, quotidianamente bazzica le zone Colonne San Lorenzo/ Corso Italia/ Molino delle Armi a Milano e abitudinalmente utilizza la linea 94, già immagina dove voglio andare a parare.
Tutti gli altri si ritengano fortunati.
In tempi non sospetti, quando ancora ATM non era a capo della mia lista nera, ricordo di aver fatto caso un paio di volte a questa vocina elettronica che annunciava al pubblico pagante della linea 94, l'allegra notizia della storia del primo orologio pubblico d'Italia. Quello, appunto, di cui stiamo parlando.
Credo, al momento, di aver anche pensato a qualcosa del tipo "fico, interessanti queste informazioni durante il viaggio".
Il che non può che farmi onore e sicuramente è la riprova del fatto che originariamente io, con Atm, sono partita col piede giusto. Ce l'ho messa tutta, io.
Dal mio ingenuo pensiero riguardo l'utilità di tale servizio di messaggistica è passato circa un anno, che corrisponde, facendo un breve calcolo* a circa 200 giorni lavorativi escludendo ferie e similari. 200 moltiplicato per due (andata e ritorno dalla stazione per ogni giorno) fa 400 estenuanti viaggi passati ad ascoltare questo antipatico, decadente, ammorbante, inutilissimo, insistente, ricorrente, fuorviante** messaggio sul cazzo di orologio pubblico.
Pensavo di essere l'unica ad avere notato che i messaggi non cambiano e che il disco che ruota è sempre lo stesso. Stavo quasi per prendere in considerazione l'ipotesi della mia paranoia. Quando stamattina, finalmente, la svolta. Una vecchietta decrepita, con tutta l'aria di essere una delle migliori clienti di AMPLIFON, si è rivoltata con un fare stizzito verso il punto da dove proveniva il petulante messaggio, esclamando: "saranno 30 anni che ci fate sorbire la solita tiritera".
Mentre il mio capo esprimeva a cenni evidenti, la solidarietà per la vecchietta, dentro di me pensavo che nell'era delle amicizie 2.0, in cui Social come Facebook e Twitter fanno da tramite a rapporti asettici e impersonali creati stando seduti alla scrivania, è doveroso ringraziare ATM per la ritrovata fisicità.
Non è da tutti, in fondo, creare un servizio di trasporto che favorisca le relazioni, l'aggregazione sociale e l'approccio fra le più svariate etnie. Un approccio più che diretto. Intimo, oserei.
Io, ad esempio, per il grado di esperienza che ho, potrei chiudere gli occhi e, olfattivamente parlando, scoprire chi sta viaggiando con me.
Narici da Guinness dei primati, o scarsa attitudine all'uso del sapone?
Voi che dite? ;)





* la matematica non è il mio forte
** fuorviante perchè come successe a me, questo porta a far pensare - almeno ai novellini viaggiatori - che ATM offra un servizio impeccabile e che tutto sommato 1 euro a corsa li vale anche.


Pensieri al Wasabi

















Neanche Boldi e De Sica avevano mai osato tanto: "Natale a Tokyo"

La stazione di Shinjuku è un impatto sconvolgente: ci passano ogni giorno 3,64 milioni di persone.
Detto così non rende l’idea. Due volte e mezza tutti gli abitanti di Milano; tutta la popolazione della Lituania in un sol giorno.
Tutti sfrecciano ordinatamente, senza caos.
Ancora meravigliati da ciò che ci circonda ci dirigiamo a piedi verso l’hotel.
Mi correggo. Vaghiamo senza un senso per circa un’ora quando ormai esausti fermiamo un taxi. In Giappone non esistono né vie, né numeri civici. Per un occidentale, sperare di orientarsi è impossibile.

Arrivati in albergo e depositate le valigie, le nostre attenzioni sono tutte per il WC nipponico, un prodigio della tecnologia ed un' emozione continua.
Usciti in strada siamo travolti da qualcosa che non si può descrivere: Tokyo.
Ci lasciamo trasportare dalla città con le sue architetture futuristiche, gli odori più svariati che escono dai suoi mille mini ristoranti con le vetrine appannate, sempre aperti. Affollati.

Credetemi, non vi è monumento o attrazione che vi stupirà di più degli abitanti.
Non a caso, il simbolo di questa città è l’affollatissimo Shimbuya Crossing. Ad ogni semaforo verde, un fiume di persone inonda letteralmente l’incrocio, andando in ogni direzione per lasciare poi spazio alle auto, allo scattare del rosso.
Noi abbiamo attraversato diagonalmente la strada svariate volte, senza stancarci. Non ci sembrava vero di riuscire a divincolarci fra la muraglia di persone di fronte a noi.
Per darvi un' idea della precisione nipponica, credo mi basti dirvi che più di una volta mi sono stupito trovando la lunga e ordinatissima fila di persone, mentre attendevo di attraversare le strisce o di entrare in treno. Mi sentivo in una candid camera.

Svariate volte abbiamo provato ad orientarci. Il risultato è stato il medesimo: faccia perplessa e cartina rovesciata alla mano pronti a perderci in quell’intricatissima terra straniera. Non fosse stato per la gente, ci saremmo riusciti. Invece, puntualmente, qualcuno è venuto in nostro aiuto pur non parlando inglese. Nonostante inizialmente si notasse la nostra diffidenza, si sono sempre fatti in quattro per aiutarci: un ragazzo ha addirittura chiamato l’albergo con il suo telefono per cercare di capire dove fosse ed indicarci la strada lasciandoci a bocca aperta.
Per non dilungarmi troppo su particolari interessanti ma che comunque fanno parte della mia personale esperienza, vi schematizzo ciò che secondo me non potete proprio perdervi qualora decideste di visitare la capitale del Sol levante:
-    Incrocio Shimbuya di cui vi ho già parlato, consiglio la vista dallo Starbucks ad angolo, magari mentre vi gustate un maccha latte, intingolo di latte con estratto di the verde che è molto in voga da quelle parti. Il sapore non è per niente male!
-    Per lo shopping, ovunque a Tokyo potrete fare acquisti, ma i quartieri che preferisco sono sicuramente Ginza, dove potrete trovare tutte le più grandi griffe. Anche se i prezzi sono assolutamente proibitivi, vi consiglio di farvi un giro per ammirare le mille luci che lo caratterizzano e magari sorseggiarvi un drink in qualche lounge bar alla moda.
Se invece siete alla ricerca di capi più alternativi, o volete soltanto guardare lo spettacolo dei teenager giapponesi con i loro look stravaganti, Harajuku è il quartiere che fa per voi. Bellissima la varietà che lo caratterizza, nel giro di pochi metri si trovano botteghe che vendono costumi che spaziano dalla divisa di Pichaku (che qualche giovane sfoggia), alla boutique di Ferragamo.


-    Se volete vivere “una notte di follia” in questo immenso Luna Park, i locali sono svariati. La zona più conosciuta è Roppongi, via colma di locali su misura per occidentali ma non per questo disdegnati dai Tokyoti. Se invece volete vivere e vedere qualcosa di davvero particolare, il Womb e il Trump Room sono i locali giusti per voi. Entrambi disposti su più piani, con musica alternativa e personaggi assai bizzarri che lo caratterizzano. Vi posso solo dire che c’è chi non lascia il suo skate neanche in discoteca, o chi decide di sfoggiare a testa alta il suo copricapo da orsetto.
-    Assolutamente imperdibile il mercato del pesce più grande del mondo di Tsukiji, dov’è possibile gustare il sushi più buono del mondo e per i più impavidi qualche mostro marino (foto a dx). Anche se non siete amanti del pesce, perdersi per le viette attorno è assolutamente affascinante.
-    Una splendida visuale dello Skyline lo si può ammirare dalla Torre di Tokyo, la riproduzione della Tour Eiffel, solo 3 metri più alta, rossa e molto meno affascinante. Da lassù godrete a pieno della vastità di Tokyo e la meraviglia degli edifici che la caratterizzano.




























A breve, la seconda meta del viaggio a Kyoto...


Testo e foto: Pietro Pozzi 

mercoledì 25 aprile 2012

Ponte del 1° Maggio. I sapori del web

Questa volta il ponte me lo faccio eccome.
Il mio complice: Ente del Turismo Langhe e Roero, che dopo avere ospitato Italy Different durante la sua tappa iniziale, decide di puntare tutto sul Social e riproporsi per degli eventi imperdibili che si terranno il prossimo week end in occasione della Primavera della Cultura, del Gusto e del Vino.
Già queste paroline magiche, bastano a farmi venire il buon umore.
Ho deciso di festeggiare la Primavera ad Alba, perché dalla prima volta che ci sono stata, già ne sento la nostalgia, ma soprattutto perché spero di rivedere i vigneti e i paesaggi circostanti, sotto un altro aspetto.
Vi saprò dire.

Sicuramente in quei giorni (29 aprile - 1° maggio), dirò temporaneamente stop alla mia dieta. Un pò di timore c'è, ma sicuramente lo vincerò alla vista dei piatti locali. Non parlo per sentito dire.
In primis ci aspettano una visita al padiglione di Vinum e un autentico viaggio culinario fra le regioni dello street food italiano. Dici poco.
Per il giorno di arrivo sono previsti anche degli eventi molto divertenti come il workshop tenuto dallo Stiletto Academy #stilettoinpiazza che "oserà insegnare alle donne a camminare sui tacchi a spillo" o come l'Alba Camp #AlbaCamp, momento dedicato a 360° ai blogger che saliranno in cattedra per proporre al pubblico argomenti di discussione su cibo, vino e viaggi.
Per il 30 aprile è previsto un evento che mi interessa particolarmente: gli Chef stellati, scenderanno in Piazza ad Alba per dare un "assaggio" della loro bravura ai partecipanti.
A tutto questo, è doveroso unire le cene e pranzi negli agriturismi migliori della zona, risate e chiacchiere con i blogger (non vedo l'ora di conoscere i food blogger), itinerari di gusto, letteratura, storia e piacevoli camminate outdoor per smaltire, almeno in parte, le calorie che assorbiremo.

Per maggiori info sulla Primavera ad Alba, clicca QUI

mercoledì 18 aprile 2012

Mudra Natural Cafè - cibo vegetariano e vegano a Milano

“La nostra vita d'ogni giorno non può mai separarsi dalla componente spirituale. Entrambe agiscono e reagiscono l'una con l'altra” .

Mahatma Gandhi

  
Fresca fresca di pausa pranzo, sono pronta a consigliarvi questo Natural Cafè che mi ha entusiasmato. Come il mio lui ben sà, sono entrata a pieno nella fase bio e da qualche periodo vago alla forsennata ricerca di tutto ciò che è eco-bio-natural-macrobiotico. Lo sapevo che prima o poi il natural mood mi avrebbe colpito, ed eccoci. Mai esagerando però: con la dieta che sto facendo, capita anche di sbranarmi un vitellino alla settimana. Vegani e vegetariani perdonatemi.
Mi sembrava giusto, però, provare a saltare dall'altro lato della staccionata per vedere come si sta. In effetti ci potrei prendere gusto e pensare di alternare la mia dieta da carnivora con questi piattini elaborati.

Comunque il locale si trova in Piazza 24 Maggio, proprio vicino a Porta Ticinese. Se lo cercate, sappiate che si trova all'interno di una corte graziosa, che ospita anche le altre strutture del Mudra Natural Centre che potrete consocere meglio cliccando QUI

Il locale è intimo, composto da pochi tavolini ed è disponibile una parte esterna. L'ambiente è curato e ispirato all'India (e già per questo me ne sono innamorata). I proprietari, Marco Sri Kiran e Monica Maya Devi, seguono da diversi anni un percorso spirituale comune e lavorano nel campo olistico per diffondere gli insegnamenti di alcune delle pratiche e tradizioni più antiche della cultura indiana.
Intenti a leggere il menù, sarete conquistati dalle avvolgenti melodie orientali e, volendo, vi sarà servito un thè, una tisana, un centrifugato, o un infuso ayurvedico da scegliere fra gli oltre 60 tipi.

Il menù comprende sia degustazioni miste, che pietanze singole alla carta da abbinare a più tipi di contorni.

Il cibo è adatto anche a persone con intolleranze alimentari o celiachia, che possono ordinare piatti vegetali e testati da aziende leader del settore alimentare biologico.

Su prenotazione è possibile anche organizzare happy hour alternativi e cene aziendali fuori dal comune.

Da provare anche vini e birre biologiche.
Io ho provato il menù benessere bio light composto da un secondo e due contorni che comprendeva tortino alle erbette, coste gratinate alla farina di mais e daikan al vino bianco, una strana verdura che somiglia molto ad una carota bianca e che, devo confessarlo, non conoscevo prima d'ora. 

 
In totale ho speso 9 euro e sono uscita soddisfatta.Tirando le somme, se i vostri palati vogliono provare qualcosa di diverso e vi preme rilassarvi nel bel mezzo di una giornata lavorativa, o perchè no, fare due passi sui navigli dopo una cena che non vi dia il senso di cemento nello stomaco, spendendo poco, Marco e Maya vi aspettano al Mudra Natural Cafè.
Orari:

Lun. CHIUSO
Mar. 11.00-22.00
Mer. 11.00-22.00
Giov. 11.00-23.00
Ven. 11.00-24.00
Sab. 11.00-24.00
Dom. 11.00-23.00

(Si prega di prenotare a cena)

LA PRENOTAZIONE è sempre richiesta e gradita a pranzo e cena al 345 4512459 o 02 89282361.Si consiglia di telefonare con un certo anticipo.
DOPO LE 21.30 il cancello della corte viene chiuso per ragioni di sicurezza. Siete  pregati di citofonare a Mudra.
Mudra Menù

martedì 17 aprile 2012

In vacanza fra Santorini e Ios. Racconto di due settimane in Grecia

Santorini è una tavolozza di colori luminosi, ma in prevalenza le tonalità dominanti sono il bianco e l'azzurro.
Bianco come il tufo delle abitazioni che prendono di petto il mare, tanto bruscamente da sembrare, da un momento all'altro, volersi tuffare.
Azzurro come i tetti, gli infissi di case e chiese e come il cielo che offre il sole.
Il sole che di giorno non perdona e preme incandescente sulla pelle dei turisti impomatati.
Il momento più bello, a parer mio, è quello dell'attesa del tramonto
"Ammiratelo da Oia", vi diranno tutti. Io ci sono andata facendomi trasportare da un pullman sgangherato e affollato. Per poche monete, il conducente ci ha sballottati a destra e sinistra, divincolandosi come un serpente un pò incriccato, fra i duri tornanti che si propagano per tutta la caldera.
Arrivate presto, ad Oia.
Forse i cataloghi ve la dipingono come una località deserta, abitata da muli e cani randagi che popolano le piazze. Immaginatevela assolutamente così, ma aggiungeteci centinaia di turisti che, come voi, si sbrigano per aggiudicarsi il posto in prima fila per godere il magnifico tuffo del sole.
L'applauso alla scomparsa dell'enorme palla gialla è d'obbligo e anche molto suggestivo.
Dopo aver assistito a questo spettacolo, molti usano mangiare ad Oia: non sarà facile, ve lo dico, trovare un ristorante che non approfitti dell'invasione turistica.
Io vi consiglio di provare il loro yogurt, fatto in mille varianti, in una pasticceria favolosa. Di questa non ricordo il nome ma non sarà difficile trovarla e sono sicura che la riconoscerete anche tenendovene a debita distanza grazie al profumo che invade le vie circostanti.
Per girare Santorini e dintorni basta qualche giorno, per godersi l'isola consiglio una settimana. Le spiagge principali da girare sono abbastanza per tenervi occupate le giornate. Ce n'è di tutti i colori: bianca, rossa, nera..
Non tutte sono raggiungibili dalla costa, solitamente si usa prenotare un giro su quei barconi un poco troppo turistici, ma che permettono di fare tappa su ognuna di queste spiagge. Se assolutamente non amate la mischia, cercate un pescatore che noleggia barche per un giorno e fatevi portare privatamente. Sicuramente costa di più, però avrete più tempo per soffermarvi sulle varie rive.
Devo dire che essendo stata "vittima" dei barconi di cui parlavo sopra (quelli terribili che quando sei a bordo ti offrono spumante annacquato e alzano a palla la macarena) so a cosa si va incontro e da quella volta evito accuratamente. In fondo però, è stato anche divertente anni fa, complice la mia amica che non si può proprio dire sia una nuotatrice provetta, che ha rischiato di affogare nel Mar Egeo. Una lancia a suo favore, la devo spezzare: quei trabiccoli ti lasciano nuotare per circa un chilometro dalla costa, non potendo attraccare vicino alle spiagge.
La più bella delle spiagge è a mio parere White Beach, con sabbia bianca, calda e fine. Red Beach è una lingua di terra di fuoco, mentre Kamari (black beach) ha una sabbia ruvida, scura e bollente che fa quasi impressione. Il che è anche normale visto che si tratta di un'isola con in mezzo un vulcano.
Perissa è una delle spiagge più frequentate, vicina anche alle discoteche e ai localini.
Se volete andare in centro e vivere Santorini by night dirigetevi verso Fira. Spesso si sente dire che Santorini sia l'isola delle coppie, in effetti, grazie ai suoi bellissimi scorci è meta di fidanzatini e novelli sposi, ma se si presta la dovuta attenzione ci si accorgerà che ad una certa ora della sera, l'isola cambia volto e si scopre più frenetica.
Io ci sono stata qualche anno fa con due mie amiche e dopo averne ammirato la bellezza, ci siamo trasferite a Ios, un'isoletta poco distante e raggiungibile con l'aliscafo dove il divertimento (anche abbastanza sregolato) è assicurato.
Per pernottare a Santorini è meglio prenotare, anche se in altissima stagione troverete al vostro arrivo gli affittacamere con i cartelli che vi accolgono anche abbastanza insistentemente.
Noi abbiamo affittato un motorino e siamo riuscite anche a cadere. Un consiglio: attenzione ai guidatori pazzi, ce ne sono parecchi.
Motocicli e quad sono l'ideale per girare l'isola in lungo e in largo.
Mangiare gyros pita e mussaka è d'obbligo, ma non fatevi mancare i favolosi piatti di pesce (che sono anche una delizia per gli occhi oltre che per il palato), serviti nei ristorantini a picco sul mare.

Per tutte le info su una vacanza a Santorini visita: We Love Santorini

lunedì 16 aprile 2012

Week-end casalinghi e stanza dei viaggi

Foursquare sta impazzendo ed è solo colpa mia. Non riesce proprio a starmi dietro con tutti i check in che sto accumulando fra Ikea, Mondo Convenienza, Mercatone Uno, Leroy Merlin ecc ecc.
Gli toccherà inventare un nuovo Badge da sbloccare solo appositamente per le mie esigenze.
Si perchè in questo periodo, in cui l'affare losco della convivenza si avvicina sempre di più, io cerco invano di divincolarmi fra la tinta più consona degli accessori da abbinare alla parete rosso shocking della sala e l'utilità/stravaganza (ma più stravaganza, fidatevi) di ogni singolo oggetto che andrà a comporre quel gran puzzle chiamato "la nostra tana".
E come ogni tana di viaggiatori che si rispetti, anche la nostra avrà una stanza completamente dedicata ai viaggi, ad ogni singola esperienza e sensazione che ci accompagnerà in questo nostro tragitto insieme.
Nella mia testolina, l'ambiente è già ben definito. So cosa voglio e cosa no, il colore dei muri e le rifiniture in ogni singolo dettaglio. Per fortuna il mio lui è uno che sotto questo versante la pensa esattamente come me e quindi non sarà difficile trasformare in realtà la stanza dei nostri sogni.
Sarà un ambiente che si riempirà man mano e sarà fatto di noi.
Sarà la stanza dei viaggi, in cui stenderò ogni frase che comporrà i miei post e che conterrà le emozioni di sempre. 
Quella che mi permetterà di viaggiare anche nel posto più intimo che c'è: la propria casa.
Vi tengo aggiornati.

venerdì 13 aprile 2012

Sanremo. Fiori, Casinò e..niente parcheggio

A Sanremo, devo dirlo, ci sono sempre passata senza fermarmi.
Poi ho avuto la fortuna di vincere un concorso indetto da Alpitour (ovviamente relativo ad un racconto di viaggio) che metteva in palio un Week End di Passione e mi sono detta "perchè non provare"?
La meta non è eccessivamente lontana e, per un fine settimana, mi è sembrato l' ideale fra le tante proposte che erano meno a portata di mano.
Per prima cosa devo dire che parcheggiare in questa città è abbastanza complicato. Per chi viene da metropoli come Milano, avere problemi di questo tipo è l'abitudine, forse proprio per questo avrei evitato volentieri.
Ma non importa, prendiamola con filosofia.

Per quello che ho potuto vedere, le spiagge sono strette e molto affollate. Probabilmente questa considerazione è dovuta anche al fatto che noi abbiamo girato la zona in cui abbiamo trovato parcheggio e non potendoci spingere troppo lontano abbiamo optato per un breve momento tintarella, su degli scogli levigati (unico punto in cui si riusciva a trovare uno spazio disponibile).
Siamo rimasti a Sanremo per due notti, di cui una passata in un B&B molto alla buona che ho scelto principalmente per nome e prezzo: La casa dello scrittore, che ho recensito tanto tempo fa QUI.
La seconda notte, quella offerta da Alpitour, ci siamo spostati al Nyala Hotel (che recensirò QUI).
A mio parere, Sanremo è una città molto più vivibile di sera che di giorno. Però potrei sbagliarmi, perchè la mia impressione deriva da appena due giorni lampo, di cui uno passato principalmente all'interno della struttura, nell'area piscina. Io solitamente preferisco nettamente il mare alla piscina, ma avendo avuto il problema del posteggio introvabile e a pagamento, ovunque lungo la costa, la domenica abbiamo optato per il riposo assoluto fra gli agi offerti dall'Hotel.
Per pranzare bisogna fare una bella scarpinata per trovare negozietti che vendano focacce. Mi sono giustamente impuntata sul fatto che, una volta in Liguria, avrei scelto focacce al posto dei soliti panini. A quanto pare a Sanremo non la pensano così. I bar si trovano facilmente ma ho come l'impressione che, almeno nella zona in cui ho bazzicato, che poi è quella che dal lungo mare porta verso il centro, le focaccerie scarseggino. Sotto consiglio di un negoziante siamo finiti in una di quelle che in cambio di un pezzettino minuscolo di focaccia, ti aprono un mutuo.
La sera abbiamo fatto un bel giretto senza dare una particolare logica al nostro percorso e in questo caso siamo riusciti a trovare un ristorantino all'aperto (di cui non ricordo il nome) che ci ha fatto due piatti di pasta alle vongole soddisfacenti.

Un salto a vedere l'Ariston è d'obbligo, per poi finire a fare una puntatina (senza esagerare) al Casinò.
Compreso nell'offerta Alpitour, c'era anche una visita alla Villa Nobel - che comunque, grazie tante Alpitour, ma volevo precisare che è ad ingresso gratuito. L'edificio è ben tenuto e la vita di Alfred Nobel è ben rappresentata nelle immagini e le sue imprese sono raffigurate in modo interessante. Bellissimo il giardino alle spalle della villa.
Non so se consigliare Sanremo, la città tanto rinomata - forse troppo - per i suoi fiori. Sicuramente io ne ho visto solo una piccola, piccolissima parte ma devo dire che se dovessi avere possibilità di scelta, sicuramente non ci tornerei.

Tenda fatta di micce
















Ingresso Villa Nobel













giardino di Villa Nobel


mercoledì 11 aprile 2012

Vinci un viaggio in 8 città a scelta. Auguri Hostelbookers!

Otto è il mio numero preferito...che portasse fortuna?!
No, non sto dando i numeri, anche se ci sono tutti i presupposti per pensarlo. Voglio solo avvertirvi riguardo la fantastica opportunità che HostelBookers offre oggi, in concomitanza con il suo Ottavo Compleanno.
Un concorso indetto per festeggiare, con la possibilità di vincere 8 soggiorni, in 8 città a scelta.

HostelBookers, il portale di viaggi online specializzato in prenotazioni di alloggi low cost, offre tutto questo ad un unico fortunato vincitore (o vincitrice) che si aggiudicherà ben 8 soggiorni di 3 notti ciascuno in altrettante città a sua scelta in aggiunta ad un premio in denaro di 2000 €.
Per partecipare al concorso è necessario rispondere ad una semplice domanda relativa ai Premi HostelBookers alle migliori strutture 2012 ed inserire il proprio indirizzo e-mail.
Il concorso è aperto dall’11 aprile 2012 all’8 maggio 2012.
L'estrazione avverrà il 9 maggio 2012.
Per maggiori informazioni relative al concorso ed al regolamento vai sul sito ufficiale di Hostelbookers

Seychelles, un altro mondo

Il titolo non l’ho scelto io.
Basta recarsi sul sito ufficiale delle Seychelles per appurare che queste splendide isole vengono pubblicizzate in questo modo. Ma si sa: il marketing è l’anima del commercio.
In effetti quando si pensa a certe mete esotiche come le isole Seychelles, bombardati dalle immagini e dagli slogan che ci vengono proposti in continuazione,  ci si immagina il paradiso: un angolo di terra incontaminata, spiagge selvagge e mare cristallino. Insomma, proprio un altro mondo!
E in effetti è così. A livello naturale e paesaggistico queste isole quasi invisibili sulla cartina geografica, sono qualcosa di unico e raro.
Le spiagge più spettacolari le si raggiungono dopo camminate attraverso foreste primordiali che si affacciano sul mare limpido, adagiato su una spiaggia bianca che sembra fatta di farina e interrotta solo da qualche masso di granito levigato dal tempo.
Anse Cocos
Una volta raggiunti i suoi angoli di paradiso, ci si dimentica la fatica affrontata e lo stupore ripaga dello sforzo effettuato. Ci si trova di fronte a paesaggi che la natura ha riservato a pochi fortunati.
Pochi fortunati perché, benché le offerte di voli low cost siano aumentate negli ultimi tempi,  in effetti una visita in questo paradiso non si può dire sia proprio all’insegna del risparmio.
Ed è forse ricollegandomi a questo motivo che posso dare spiegazione ad una sensazione provata durante il mio soggiorno, a volte impercettibile e a tratti più marcata.  Mi è parso, infatti, che gli abitanti locali siano quasi infastiditi dalla presenza dei turisti e che li sopportino a malapena.  La percezione che ho avvertito è che i visitatori vengono visti come mera fonte di guadagno e niente più. Non ho notato quella voglia di ospitalità degna di altre destinazioni turistiche, ma al contrario ho avvertito una mal celata disponibilità e sopportazione.
E con questo non intendo dire che la popolazione debba essere largamente disposta a “chinarsi” al turismo, di quelli servizievoli. Voglio dire che ho riscontrato poche volte il piacere di fare una chiacchierata con gli autoctoni, riguardo le bellezze delle isole circostanti, che loro conoscono molto bene. Raramente sono riuscito a socializzare in modo da togliermi di dosso la solita patina fastidiosa da turista che troppo spesso quando si viaggia in terre lontane e culturalmente differenti, ci si porta dietro.
Anse Takamaka
La maggior parte delle volte non sono amichevoli a meno che non lo facciano per una desiderata ricompensa e, molto spesso, ho trovato sulla mia strada persone indifferenti se non addirittura arroganti e scontrose. Forse quello che sto per dire è esagerato ma per farla breve ho quasi avuto la sensazione che fossero “razzisti “. Non so se questo sia dovuto alla tipologia di “turista” che gli autoctoni sono abituati ad ospitare in queste fantastiche isole paradisiache, che spesso vuole godere di trattamenti riservati e troppo servili, oppure attribuire questi comportamenti alla riservatezza degli abitanti stessi.
Fatto sta che, devo dirlo, per me un’ esperienza di viaggio come si deve, la fa la cultura, la gente, i loro sorrisi, le usanze e non solo le belle spiagge, il buon cibo, il sole e il mare.
A parte questo e qualche altro piccolo inconveniente che probabilmente avrò modo di accennarvi durante questo racconto, quando parlerò delle strutture ospitanti, la mia esperienza a Seychelles Island è stata in salita.
Io sono stato solo una settimana alle Seychelles ma, potendoselo permettere, una settimana aggiuntiva è sicuramente d’obbligo per vedere qualche isola in più e per poter apprezzare totalmente la bellezza di questo territorio, facendo attività interessanti come birdwatchingsnorkeling e camminate o biciclettate sui monti circostanti.

Anse Giorgette
Le isole principali (che ho visitato) sono Mahè con la capitale Victoria, Praslin e La Digue. Ognuna di esse ha proprie caratteristiche e peculiarità. Ogni spiaggia è singola e splendida per vari motivi.
Io suggerirei, a Mahè, di passare per Anse Takamaka e Baie Lazare, due spiaggette tranquille sul lato occidentale dell’isola da cui poter godere dei suggestivi tramonti. Per quanto riguarda la costa orientale, l’ho trovata ugualmente affascinante ma più frequentata e rumorosa in quanto si affaccia direttamente sulla strada e viene spesso utilizzata anche per dei pic nic.
A Praslin, suggerirei di usare Anse Kerlan come base per delle escursioni per raggiungere Anse Georgette e Anse Lazio: due vere perle delle Seychelles.
Anse Lazio
La prima, raggiungibile dopo un percorso attraverso il campo da golf di una struttura a cui si accede solo previa autorizzazione, è una spiaggia molto intima e tranquilla con l’acqua limpidissima e piena di curiosissimi pesci azzurri.
Anse Lazio, invece, è raggiungibile dopo più di un’ora di percorso nella foresta che sembra una giungla primordiale e risulta molto più grande e selvaggia rispetto alle altre. Tra le cose da fare assolutamente a Praslin c’è sicuramente la visita presso la Vallee de Mai, la foresta che dà alla luce il frutto tipico delle Seychelles, ovvero il Cocò de Mer, un cocco dalla forma decisamente “stravagante”.
La Digue, essendo un’isola molto piccola, si riesce a girare in bici tranquillamente in uno o due giorni. Io suggerirei un giro in bici sulla stradina che porta da Anse Fourmis per arrivare fino a La Passe (il centro, se così si può chiamare), passando per Anse Banane e Anse Patate, ottime spiagge per lo snorkeling.
Anse Patate
Ma un bagno va sicuramente fatto anche a Grand Anse, raggiungibile sempre in bici scalando le montagne dell’isola. Da qui poi, prendendo un sentiero che si inerpica fra la folta foresta, riuscirete anche a raggiungere Petit Anse ma soprattutto Anse Cocos spiaggia unica per il fatto di essere completamente primitiva e deserta.
Alle Seychelles ci andrete per godervi la vita da mare e i panorami mozzafiato. Scorci di un azzurro effetto photoshop, vi abbaglieranno gli occhi già dall'alto della rigogliosa foresta. In questo periodo (marzo - aprile), il sole tramonta verso le 18.30 e per vivere pienamente la giornata sarà bene svegliarsi ad un'ora decente, pressapoco verso le 8.00 di mattina, o anche prima. Niente paura, non si tratterà affatto di levatacce, compenserete le ore di sonno riposando la sera, di ritorno dalla spiaggia. Una volta mangiato, in queste piccole isole non c'è molto da fare. Le luci si spengono e la natura sovrasta ogni cosa.
Per quanto riguarda la cucina, le Seychelles hanno una forte influenza creola (le isole furono colonie francesi e inglesi) con ricette ittiche speziate come il jobfish in coconut milk con zafferano e cinamomo o il grupper con aglio, chili e zenzero cotto al vapore. Tenete conto che le Seychelles sono isole africane ma con una forte influenza indiana che utilizza molte spezie e radici che danno ai piatti sapori molto forti e decisi.
Sicuramente avrò modo di parlarvi del cibo, ma anche delle strutture in cui ho soggiornato, nelle recensioni che stenderò in questi giorni.

Per ora godetevi qualche bella foto.

Petite Anse


Testo e foto: Valerio Buniato




martedì 10 aprile 2012

Ristorante Antichi Sapori, mangiare bene in Brianza

Alle porte di Milano, facilmente raggiungibile prendendo la superstrada Milano-Meda, uscita Cesano Maderno, si trova il Ristorante Antichi Sapori.
Un luogo recentemente rinnovato e ben tenuto, dove pranzare o cenare con tutta la famiglia, ma anche in compagnia degli amici, dove la specialità della casa (a mio parere) sono i primi piatti a base di pesce.
Ottimi gli spaghetti alla chitarra del veliero, serviti in un invitantissima pentola di terracotta, ma se volete ordinare qualcosa di più semplice vi consiglio le pizze, disponibili in molte varietà e cotte con forno a legna.
Nota positiva anche per quanto riguarda il personale: sempre cordiale e quasi irriverente (senza mai esagerare), che dona quel tocco di allegria in più ad un ambiente già piacevole.





















Maggiori informazioni:

RISTORANTE PIZZERIA ANTICHI SAPORI 
V. MANZONI 136 - CESANO MADERNO (MB) -
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giovedì 5 aprile 2012

Milano dalla Bilancia

Sono qui a tirare le somme dopo due settimane di astinenza forzata da qualsiasi cosa sia leggermente più indigesta e pesante dell'aria. Che poi non mi stupirei se, qui a Milano, anche l'aria facesse ingrassare.
Detto questo, non perdo tempo e parto da una considerazione, frutto dei miei ultimi trascorsi: se siete a dieta, Milano non fa per voi.
Almeno non quella caotica, devota alla movida no stop. Quella che quando esci dall'ufficio ti fiondi nel paese dei balocchi dell'happy hour. Quella delle serate incalzanti in discoteca, o delle cene in compagnia di vecchi amici.

Che esagerazione, direte voi.
Provate a contraddirmi.
Con l'arrivo del bel tempo, passeggiare ai piedi dell'Arco della Pace, sul famosissimo Corso Sempione, dove la gente si riversa nelle serate primaverili, sorseggiando un cocktail all'esterno dei locali è stupendo ma...proibito. Io ci ho provato e per una coca zero ho speso 6 euro.
Andare in discoteca non è il caso. Come puoi non avere un tracollo psico-fisico, pagando un ingresso di minimo 15 euro per poi non consumare almeno un cocktail che tra l'altro sarebbe l'unica salvezza per farti affrontare più serenamente le orde di diciottenni che ti passano affianco e che per il solo tentativo di guardarle, dall'alto del loro metro di gambe da fenicottero, ti provocano il torcicollo?
Meglio restare fra noi, i soliti amici dalle facce conosciute. Magari una cena? Non quando sei a dieta. Forse il Sushi, selezionando accuratamente sashimi e pesce alla griglia. Ma che tristezza è, almeno per gli amanti del sushi che mi capiranno al volo, guardare gli altri che sbocconcellano rotolini di riso di tutte le forme, colori e sapori? E poi, scusate la domanda, ma come si taglia un tocco di tonno alla griglia, con le bacchette???
Per non parlare del conto che ti aspetta a fine cena...l'unica cosa salata che sia permessa in questa mia dieta.
Per fortuna esistono i ristoranti con formula all you can eat, unica salvezza in questa mia lotta disperata contro le tentazioni che, in questa città, sbucano inaspettatamente ad ogni angolo.
Sono giunta alla conclusione che terminare una dieta con successo a Milano, deve per forza darti il doppio delle soddisfazioni. La forza di volontà è messa a duro rischio. Chi ci riesce è da considerarsi un'eroina.
Ovviamente, volendo, uno può anche farsi delle belle passeggiate in mezzo al cemento, o tentare di raggiungere l'ufficio con la bici (per maggiori info su quest'altra mia esperienza, cliccare QUI), oppure farsi una bella sauna sull'autobus, schiacciato come una sardina. Anche lo stress e le sclerate di prima mattina con la vecchietta di turno, contribuiranno alla riuscita della vostra dieta.
A dirla proprio tutta, salendo sulla bilancia segnerete davvero qualche grammo in meno. Ricordatevi di togliere il portafoglio, sicuramente sarà quello ad essere più sottile.

martedì 3 aprile 2012

7 come i link a ritroso verso la nascita del mio blog

Sette.
Sette link.
Sette link ai miei post passati.
Sono pochi e sono troppi. 
Sono pochi perchè quì dentro, molto spesso ci lascio l'anima. (anche se voi non la vedete)
Sono tanti perchè in fondo diciamocelo, mi auguro sia solo l'inizio. ;)
Tempo fa sono stata invitata da Serena Puosi, Blogger presso Travel Different.it e autrice di Mercoledì tutta la settimana, (blog davvero delizioso) a scegliere a mio insindacabile giudizio, 7 post di questo Blog.

In effetti io e Serena eravamo al Travel Blogger Elevator insieme e, si, sono fra quelli che, come lei, sono rimasti per tutto il giorno nella stessa sala al Best Western Hotel Santina...eppure non sono neanche riuscita a presentarmi di persona.
La posso utilizzare la scusante derivante dal fatto di non aver dormito per una notte intera?
No vabbhè, se la scusa non si può sentire, rimedieremo!
Ritornando al "compito" di snocciolare post, non crediate sia facile.
Mi sono accorta di dover scrivere ancora molto, molto e molto per arrivare davvero a trasmettere quello che voglio comunicare. Che poi è me stessa, ma attraverso il viaggio (e la scrittura ovviamente).

Iniziamo.

1. Il post più bello

Ovviamente deve ancora essere scritto. Ma per ora mi accontento di questo: Obrigado Portugal. E' il post che ha aperto le danze perché è stato il primo ad essere inserito, neanche un anno fa e quasi a tempo perso, alla nascita del mio blog. Un testo che ho scritto tutto d'un fiato dopo una bellissima vacanza, quando ancora le sensazioni erano vive dentro di me e la malinconia di quei posti si presentava pungente ad ogni mattina. Questo reportage mi ha anche fatto vincere la mia amatissima Nikon, ora compagna inseparabile di tutti i miei viaggi. In effetti vado dicendo di essere una Nikonista per caso e non pentita.

2. Il post più popolare

Il post più popolare di questo blog non è stato scritto da me, ma da una ragazza che ogni tanto ospito su Diquà&Dilà, Elisabetta Ferrari. Si tratta di "Marsa Alam, la baia delle bandiere"   sicuramente un post utile per chi deve recarvisi. (Personalmente io non ci sono mai stata).

3. Il post più controverso

Ogni tanto mi piace sfogarmi quì, non chiedetemi perchè.
4. Il post più utile

Il post più utile è sicuramente quello legato alle truffe online: "La parola all'esperto: le truffe online. Cosa sono, come evitarle". 
Rivedendolo, mi verrebbe da risistemarlo in modo da farlo risultare più chiaro e leggibile. Pieno di contenuti, ma non troppo "stopposo". Prima o poi, quando avrò un pò di tempo a disposizione, giuro, lo farò. Insieme a questo, anche quello introduttivo: "Truffe online, conoscere il fenomeno ed evitarlo".

5. Un post di cui il successo mi ha sorpreso

Il punto 5 e il punto 6 sono paradossalmente legati da un ragionamento che faccio da tempo. Ho pubblicato: "Liguria, Cinque Terre: Ricordare il passato, per costruire un futuro" ai tempi dell'alluvione che colpì le Cinque Terre, con la volontà di costruire un Album a testimonianza delle bellezze distrutte. Questo post risulta assolutamente fra i più letti, ma al tempo stesso posso dire di non aver ricevuto neanche una, ma dico una foto da inserire nell'album che ovviamente non è stato mai creato. Se mi fossi scoraggiata a quei tempi, non avrei continuato a scrivere spesso quì, ma poi col tempo ho capito che le persone che ti seguono ci sono. E soprattutto non sono gli "amici" a seguirti, le persone con cui esci (e che sono stati i primi a cui ho fatto conoscere il blog), ma persone che inizialmente non conosci e che col tempo impari a capire e apprezzare per quello che sono e che scrivono. Con cui a volte viaggi assieme, ti incontri e con cui condividi gli stessi interessi.

6. Un post che non ha ricevuto l’attenzione che meritava

Come spiegato al punto sopra, sempre questo "Liguria, Cinque Terre: Ricordare il passato, per costruire un futuro".

7. Un post di cui sei orgoglioso

Ogni post è a suo modo una mia piccola "creatura" di cui vado orgogliosa. Uno che mi balza in mente senza andare a scorrere l'archivio (per favore non fatemelo fare, non ho voglia di vedere tutti gli orrori passati, riguardanti i miei tentativi d'approccio con html e robe varie e diventare pazza) è Paesi Baschi per noi. Ne vado orgogliosa perchè è davvero scritto con il cuore in mano e mi porta indietro ad un viaggio stupendo, intrapreso con delle compagne di viaggio, mie care amiche che gli eventi quotidiani hanno portato pian piano ad allontanare. Ma insomma, a chi non capita?

Probabilmente dimentico altrettanti post a cui tengo. E di sicuro c'è ancora molto che devo scrivere. Cambiando come sono già cambiata. Forse di più. Essere blogger è bello, perchè ti permette di seguire l'evoluzione e i cambiamenti della propria persona. Essere Travel blogger, per me, lo è ancora di più..viaggiare con gli occhi, con la mente, macinare chilometri e pagine per conoscere. Conoscersi.

Ora passo la palla ad altrettanti Blogger che, forse, saranno felici di interrompere questa catena:

Ah, una premessa, vi scelgo perchè vi seguo e mi piacete, se avete già partecipato alla catena dei 7 link, o se non vi fa di farlo, pazienza!!


  • blog100days di Alessandro e Kinzica perchè ho iniziato a seguirli quando ancora erano via e non ho più smesso
  • Vologratis di Andrea Petroni, perchè ci sono cascata nel suo "pesce d'aprile" e perchè trovo geniale l'idea del WeddingTour
  • Life in Travel di Veronica Rizzoli e Leonardo Corradini perchè mi piace il loro modo di scrivere, ma anche le foto!
  • Latitude X di Daniele Simone perchè lui è un vero Travel Blogger che vive in giro per il mondo (con nessuna intenzione di tornare) e il suo è un Blog con la B maiuscola, non è molto consociuto,non gliene frega niente e non parteciperà mai a questa catena! Inoltre trovo le sue foto s.p.e.t.t.a.c.o.l.a.r.i.!

lunedì 2 aprile 2012

Famiglia Speri – I Classici Veronesi, Soave e Valpolicella

Proseguiamo insieme nel viaggio nella provincia di Verona, seconda tappa: la celeberrima Valpolicella!
Molti di voi sapranno già di che zona si tratta, se non altro per il suo vino simbolo, l’Amarone. La Valpolicella è composta da numerose colline a nord-ovest di Verona e la sua zona Classica è la parte più storica, quella dove nascono eccellenti vini rossi. Pedemonte di San Pietro in Cariano, paese dove si trova il secondo produttore di vino incontrato, la famiglia Speri, è ubicato al centro di questo territorio.
Ma facciamo un passo indietro.

Finita la visita nel Soave i morsi della fame hanno iniziato a farsi sentire e per placare i nostri stomaci avvinazzati, io e la mia amica, abbiamo deciso di fermarci a mettere qualcosa di buono sotto i denti. Secondo voi, un enomaniaco come il sottoscritto dove potrà mai essere andato a rifocillarsi? Naturalmente all’Enoteca della Valpolicella nel piccolo borgo di Fumane.
Oltre ad una sbalorditiva lista dei vini che raggruppa tutti, e sottolineo tutti, i maggiori produttori di vino di questa zona il ristorante dell’enoteca offre deliziosi manicaretti prodotti con quello che la terra e gli artigiani dell’agroalimentare veneti ci possono offrire: soppressa vicentina, radicchio rosso di Treviso, formaggio Monte Veronese e un meraviglioso risotto al broccolo fiolaro di Creazzo, una rarità che cresce solo in questo paesino del vicentino, leggete la sua storia nel sito internet ad esso dedicato (ilbroccolofiolaro.it), perché solo l’assaggio di questa chicca  merita la sosta all’Enoteca.

Dopo il lauto pranzo eccoci in viaggio verso Pedemonte spaziando col nostro sguardo su dolci colline e vigneti ancora spogli dei grappoli da cui verranno ricavati i preziosi nettari rossi.  Arrivati presso l’Azienda Agricola della famiglia Speri ci accoglie con un grande sorriso la giovane e simpatica Chiara.
Gli Speri sono una famiglia storica della Valpolicella, siamo infatti alla quinta generazione di produttori di vino, hanno quindi tanta esperienza dalla loro parte.
Per fare del buon vino non servono solo esperienza e capacità; la famiglia Speri possiede vigne nei territori più vocati della Valpolicella Classica, i cru Monte Sant’Urbano con terreno vulcanico e calcareo e Monte Sausto di tipo limoso-ghiaioso. Le uve coltivate sono le varietà a bacca rossa tipiche della Valpolicella, Corvina, Rondinella, Corvinone e Molinara, e da ciascun terroir viene prodotto un vino che ne sia portavoce, cercando d’intervenire il meno possibile in vigna con concimi chimici e fitofarmaci; nei prossimi anni infatti i vini Speri otterranno la certificazione biologica.
Sarebbe facile descrivere l’opulenza accompagnata da finezza ed eleganza dell’Amarone della Valpolicella Classico Vigneto Monte Sant’Urbano oppure l’incantevole profumo di confettura di mirtilli, datteri e fichi canditi del Recioto della Valpolicella Classico La Roggia, ottimo con una crostata pere e cioccolato. Tuttavia non sempre si può godere di vini di questo livello, anche per il prezzo non certo “popolare”, ebbene il vino che mi ha colpito maggiormente, anche per l’eccellente rapporto qualità-prezzo è il Valpolicella Classico Superiore Vigneto Sant’Urbano, un Best Buy da 15 euro in enoteca (anche meno se andate direttamente dal produttore). Un bellissimo colore rubino, al naso si librano profumi di ciliegie e prugne mature, tabacco e cacao. Il gusto rivela tannini aggraziati, notevole struttura ed un perfetto equilibrio già in gioventù. Un vero e proprio “Baby-Amarone” da apprezzare coi classici bigoli con l’arna o la pastissada de caval.
Un’ultima riflessione, gli Speri aderiscono al gruppo Famiglie dell’Amarone d’Arte.
Perché è nato questo gruppo di grandi viticoltori della Valpolicella?
Come ben sapete noi italiani siamo bravissimi nel cercare la qualità ma anche a rovinarci con le nostre stesse mani. Oggi l’Amarone, così come altri preziosi tesori dell’enologia, è minacciato da un’eccessiva produzione che non tiene conto delle zone vocate a discapito della qualità, da manovre commerciali discutibili e da frodi che si verificano soprattutto nel mercato estero. I viticoltori che aderiscono a questo gruppo, come scrivono nel loro manifesto, “custodiscono la tradizione di questo grande vino, mettendo a frutto il loro patrimonio di saperi consolidati nel tempo, e ne determinano il successo con l’impegno nella qualità e nell’innovazione”.
Se avete, quindi, in mente di organizzare un romantico weekend con la vostra dolce metà a Verona e siete appassionati come me di enogastronomia, allungate di qualche giorno la vostra permanenza e fate un giretto attraverso le colline che circondano la città di Giulietta e Romeo, potreste innamorarvi anche voi dei suoi ottimi vini!
Testo: Gabriele Merlo

Maggiori Info:

Azienda Agricola Fratelli Speri
Via Fontana 14
37029 Pedemonte di San Pietro in Cariano (VR)
Tel.: 0457701154
www.speri.com
info@speri.com

Enoteca della Valpolicella
Via Osan 45
37022 Fumane (VR)
Tel.: 0456839146
www.valpolicella.it
enoteca@valpolicella.it

domenica 1 aprile 2012

BikeMi: pedala solo il possessore di carta di credito

BikeMi è il servizio innovativo ed ecofriendly offerto da ATM che permette di usufruire di biciclette esposte in aree apposite e girare Milano con la due ruote. Un piccolo particolare: solo i possessori di carta di credito posso sottoscrivere un abbonamento (annuale o settimanale che sia).
Le carte di credito ricaricabili come postepay non sono assolutamente ammesse. Neanche allo sportello, è possibile pagare in contanti la misera cifra di 6 euro per usufruirne per un'intera settimana.

Mi sembra discutibile.
E gli studenti? Gli stagisti? I precari, o semplicemente i non possessori di carta di credito?
A piedi!
Avevo valutato la possibilità di raggiungere il lavoro tramite bicicletta. Mi sembrava un buon compromesso soprattutto per il fatto che con l'arrivo della bella stagione, fare quattro pedalate è sicuramente più incoraggiante che prendere un autobus soffocante e che si fa attendere per interminabili minuti fra il traffico del centro. 36 € per un annuale è una spesa che avrei affrontato volentieri, se messa in paragone con le cifre da capogiro dei biglietti. 
Se non altro pedalare fa bene alla linea. 
Ma niente, l'indiscussa risposta secca dell'operatrice del numero verde ATM mette il cuore in pace anche ai più testardi che, come me, si riducono una domenica pomeriggio a chiamare (e restare in attesa circa 10 minuti col sottofondo di una canzone struggente...che ansia) per chiedere spiegazioni: "è stato deciso così!"
Con tutta la mia buona volontà, sento che l'odio verso ATM è sempre più forte. Che posso farci?
A mio modestissimo parere, una trovata che poteva essere quasi geniale, diventa in questo modo estremamente invalidante e restrittiva!

Scusate lo sfogo...
Per maggiori info: BikeMi
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