L'entrata del ristorante |
Vi è mai capitato di gironzolare in una delle città più suggestive della Toscana, fra le viette intarsiate di vecchi ciotoli smussati dal tempo, con la voglia di scoprire nuove bellezze locali ma con lo stomaco che brontola dalla fame?
E vi è capitato di conseguenza, di scegliere un ristorantino a caso sfidando sfacciatamente la sorte, colpiti dalla sua bellezza esteriore e fare centro senza neanche pensarci?
A me è successo a Volterra, regno dell'alabastro nonché patria ispiratrice di D'Annunzio nello struggente "Forse che si, forse che no" una calda sera d'agosto, scorgendo una stradina in discesa con ai lati dei tavolini di legno e delle candeline accese.
Un romantico locale, presentabile all'apparenza, che con tutta probabilità si sarebbe rivelato una fregatura turistica (cosa abbastanza normale in un paese che vive di turismo come Volterra) si è invece rivelato essere un'autentica sorpresa.
Forse è anche vero che quando non si hanno aspettative da tradire, è facile non rimanere delusi ma Beppino ci ha riempito d'entusiasmo (oltre ad averci riempito lo stomaco).
La cosa che più mi ha colpito riguarda la degustazione del vino; il cameriere è arrivato da noi con le bottiglie e un decanter mono dose (una mini ampollina applicata sulla bottiglia) molto carino che come ci ha spiegato, serve a mantenere le proprietà organolettiche del vino per poi versarlo nella giusta dose nel bicchiere.
Come antipasto abbiamo preso un misto di beppino che comprendeva dei crostini toscani (un delizioso trito di fegatini adagiato su pane tostato e un filo d'olio extravergine), affettati e una delicata bruschetta con del formaggio tipico e miele.
Se si capita nel ristorante giusto, la Toscana può offrire molto "culinariamente" parlando e a mio modesto parere gli antipasti devono stimolare il gusto e mai saziare.
Con i primi piatti, fatti rigorosamente in casa, invece abbiamo proprio esagerato e raggiunto la pace dei sensi: gnocchetti ai formaggi (tipici) e erbette e tagliatelle al ragù di cervo (con abbondante pasta ricoperta da altrettanto abbondante ragù) e quando Beppino si è presentato saltellante al nostro tavolo per prendere l'ordinazione del secondo, deve aver capito dalla nostra innaturale postura che non avrebbe dovuto insistere e se ne è andato bonariamente con la coda fra le gambe, carico dei nostri piatti ripuliti e un vago sorriso a dimostrare la sua soddisfazione.
Nonostante il lauto pasto e il torpore dovuto al vino siamo comunque riusciti a fare una lunga scarpinata perlustrativa di tutto il paese.
Se passate da Volterra e dal suo splendido circondario, se volete assaggiare una cucina genuina vi consiglio "Da Beppino"
ADATTO A CHI: non sazia gli occhi senza saziare lo stomaco!!!
I dintorni di Volterra |
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