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lunedì 28 novembre 2011

Giovani dell'altro Mondo - la storia di Francesco dalla provincia di Milano


La testimonianza di un giovane che parte in Erasmus per trovare nuovi stimoli e vivere in un ambiente internazionale. La visione di Francesco dell'Italia.

Sono un giovane dell’altro mondo, Francesco della provincia di Milano.
Sono nato e cresciuto in questa città, ma entrambi i miei genitori sono siciliani.
A 22 anni sono partito per la Norvegia (Trondheim), per un progetto di interscambio universitario. Un’esperienza indimenticabile durata circa tre anni, da luglio del 2007 a settembre del 2010, seguita poi da ulteriori 3 mesi di tirocinio ad Atene e condita da altre brevi esperienze nelle università di Madrid, Vienna e Sevilla.
Ora sono tornato in Italia (anche se sono spesso all’estero per svago), ma se si presentasse la possibilità, avrei piacere di intraprendere la mia prima esperienza lavorativa specializzata in Norvegia.
Sono partito per mancanza di stimoli da parte dell’università, unita alla voglia di staccarmi dai genitori.
Ciò che mi ha spinto a compiere questo passo è stata la prospettiva di vita che offre un ambiente internazionale, non solo nel senso di risiedere all’estero, ma anche di essere circondato da persone dalle origini più svariate.
La differenza più sensibile che ho notato vivendo in Norvegia riguarda il fatto di vivere molto di più “a cuor leggero”, senza paura del futuro e sentendosi padroni del proprio presente.
Ad un giovane che sta per intraprendere un’esperienza del genere, consiglio di aprire completamente la mente. Non aver paura di nulla e lanciarsi senza timore, mettersi alla prova; praticamente dimenticarsi che ci possa essere una rete di sicurezza quale il ritorno in Italia da mamma e papà nel caso le cose vadano male.
Il peggior difetto del nostro paese a mio parere consiste nella troppa furbizia divagante. Giocare secondo le regole non premia. Vince sempre chi le aggira le regole. Manca un senso del rispetto del sociale, del tutto. Ognuno per sé in Italia. La meritocrazia è ancora un lontano miraggio. Agli Italiani piace un sacco lamentarsi, si parla sempre di un miraggio di terre lontane e se ne parla con poca cognizione di causa: al Sud ci si lamenta portando il Nord Italia come paragone, al Nord Italia ci si lamenta portando come paragone l’estero. Nessuno ha ben presente cosa succeda davvero al nord o all’estero, nessuno ha ben presente che il lamento è fine a se stesso quando poi ci si piega ogni giorno al Sistema Italia.
Di buono c’è che  un italiano all’estero ha una marcia in più rispetto agli altri. In Italia ci sono mille regole ma difficilmente sono rispettate, fin da piccolo ci viene insegnato a crescere tramite espedienti.
Faccio un esempio:
Un dottorando tedesco, scandinavo, forse anche americano: gli si assegna un progetto e gli si dà un anno di tempo; lui di risposta ti consegna un budget che deve avere a disposizione e tutto il vario equipaggiamento indispensabile per il progetto.
Un dottorando italiano: gli si assegna un progetto e gli si dà un anno di tempo. Il dottorando italiano completa il progetto in 3 mesi, poi per i restanti primi 3 mesi si cerca da solo i fondi per attuare il progetto, quindi per i restanti 6 mesi modifica il progetto a seconda dei mezzi e dei fondi che si è riuscito a procurare.

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