E’ allucinante ma proprio non ce la faccio ad andare al di là di orecchiette da topolino, naso da clown e tristissime e spennacchiate ali d’angelo. Peggio ancora è vedere in giro persone che scambiano Halloween per Carnevale o viceversa, mischiando coriandoli con cappelli da strega.
L’anno scorso, per dare una bella sferzata ai festeggiamenti, ho accantonato la solita triste festa in maschera per raggiungere Ivrea. Ora vi racconto come è andata.
Lo Storico Carnevale di Ivrea è un evento unico, riconosciuto come manifestazione italiana di rilevanza internazionale. Insomma, ad Ivrea ci credono davvero tanto quindi se volete andarci sul serio, armatevi di tutto l’entusiasmo possibile perché se no non ne uscirete vivi.
Questo Storico Carnevale vive nella rievocazione di un episodio che risale al medioevo: un barone che affamava la Città venne scacciato grazie alla ribellione della figlia di un mugnaio che non volle sottostargli e che accese la rivolta popolare.
La tradizione vuole che questa capacità di autodeterminazione della comunità venga dimostrata attraverso la battaglia delle arance, quindi terminati i preparativi che vedono Ivrea prigioniera di cellophane, griglie protettive e barriere di rete poste ai lati delle strade si da il via alla lotta che incomincia nella piazza principale dove i carri (che rappresentano le armate del Feudatario) combattono contro il popolo, rigorosamente a piedi, attingendo dalle infinite casse di arance messe a disposizione per tutti.
La gente del luogo è davvero temeraria, io e la mia coraggiosissima amica, siamo state tutto il tempo nascoste dietro alle reti, strizzando gli occhi ogni qual volta un’arancia toccasse un muro frantumandosi e schizzandoci simpaticamente addosso tutto il suo succo.
Ovviamente ci sono dei rioni inavvicinabili a causa della gente che ti bersaglia di agrumi. ASSOLUTAMENTE non scordatevi di indossare un cappellino rosso…dico sul serio, altrimenti vi tireranno addosso di tutto urlando “cappellooooo” (facendovi anche male).
Se vi chiedete il perché di tanta pazzia, è presto spiegato: il Berretto frigio è un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi l’aspirazione alla libertà, come fu per i protagonisti della Rivoluzione Francese.
Ad un certo punto, se vi è dato di sopravvivere, assisterete alla sfilata della Mugnaia, l’eroina della festa al fianco del Generale che fin dai primi anni dell’800 ha il compito di garantire un corretto svolgimento della manifestazione, insieme al suo Stato Maggiore Napoleonico, composto da valenti Ufficiali a cavallo e graziose Vivandiere.
Alla fine della giornata ve ne andrete davvero stanchi e molto molto lerci! Ricordatevi quindi di vestirvi nel peggiore dei modi e di lasciare a casa indumenti, o calzature alla quale tenete perché ve ne pentireste sicuramente.
Davvero molto suggestiva la città al tramonto, odorosa di agrumi e completamente ricoperta di arancio. (i pavimenti sono zeppi di arance ridotte in poltiglia, si scivola facilmente). Stupendo vedere le persone completamente “spremute” e inzuppate da capo a piedi…tra questi, divertitissimi soprattutto i bambini..ma come fanno? Li crescono addestrandoli?
Io dalla stanchezza, ho dormito per le successive 12 ore…per non parlare della sensazione che mi ha portato per tre/quattro giorni di fila dopo l'evento a cercare di schivare ipotetiche ma inesistenti arance…CHE PAURA!
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