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martedì 15 maggio 2012

Siviglia. Storia, flamenco e tradizioni

Testo e foto: Gabriele Merlo

Sono due le sensazioni che ti colpiscono appena scendi dall’autobus che collega l’aeroporto al centro di Siviglia: il caldo mediterraneo e il profumo di zagare che pervade la città: i viali e i parchi sono infatti pieni di aranci tipici dell’Andalusia.
Ho deciso di andare a Siviglia incuriosito dai racconti e dalle foto di diversi amici e dopo quattro giorni di full immersion in questa città posso dire che mi sono innamorato di lei, dei suoi profumi, dei suoi abitanti, dei suoi cibi, della sua storia e cultura e della sua calma ma anche vitalità.
Questa città incarna appieno lo spirito dell’Andalusia, ma si trova anche a pochi chilometri dal Portogallo, è perfettamente collegata ad altre importanti mete turistiche come Cordoba, Cadice, Malaga e Jerez; può dunque rappresentare la prima tappa di un meraviglioso tour in questa regione.
Siviglia non è solo città di divertimenti e relax, come lo possono essere altre mete spagnole, è anche un luogo di storia secolare in cui culture diverse ma anche antico e moderno creano una perfetta armonia. Lungo le strade si possono trovare testimonianze delle conquiste cartaginesi, romane, arabe e cristiane. Ed è proprio la commistione tra queste due ultime culture che ha dato vita allo stile artistico tipico di Siviglia, lo stile Mudéjar, sviluppato dagli arabi rimasti in Andalusia anche dopo la Reconquista spagnola, rappresenta una fusione dell’arte islamica moresca con quella occidentale cristiana, ed è perfettamente rappresentato dallo spettacolare Real Alcázar. Un consiglio: visitatelo con molta calma e fermatevi a lungo nel suo lussureggiante parco all’ombra di una palma ad osservare le bellissime fontane e i viali alberati.  


Un altro esempio di commistione artistica è ben visibile nell’imponente Cattedrale, la quarta al mondo per grandezza, che sorge sul luogo occupato in passato dalla grande moschea di cui rimangono il minareto e il Patio de los Naranjos. Gli stili gotico e mudejar qui si fondono alla perfezione creando movimenti ed incisioni talmente splendidi da sembrare ricami. Alla fine della visita alla cattedrale salite i 34 piani della Giralda, l’antico minareto della moschea trasformato in campanile e godrete del più bello e suggestivo panorama dall’alto dell’intera città.
Siviglia è soprattutto una città viva e da vivere, nel suo cuore pulsante del centro puoi perderti nell’intricato labirinto di strette viuzze e palazzi che conducono a soleggiati patios del quartiere di Santa Cruz, visitare le decine di minuscole chiese di quartiere ridondanti dello stile barocco spagnolo come la Basilica della Macarena. Puoi fare una rilassante sosta lungo gli argini del Guadalquivir al tramonto all’ombra della Torre del Oro, nei  parchi come il Parque de María Luisa di fronte alla coreografica Plaza de España o fare un giro sulle pittoresche carrozze giallo-nere nel centro storico; puoi toccare la fine sabbia gialla della Plaza de Toros, assaggiare decine di tapas nei tipici bar affollati di gente a tutte le ore del giorno e della sera e assistere a bellissimi spettacoli di Flamenco fino a tarda notte.

Scrivendo per la rubrica enogastronomica, non posso esimermi da un piccolo e doveroso richiamo alla cucina andalusa. Se volete assaggiare delle tipiche ed ottime tapas come il fantastico Jamon Iberico de Bellota, il salmorejo, le tortitas de camarones, il bacalao e tante altre, posso consigliarvi due posticini dove ho cenato decisamente bene, ad un prezzo onesto e in mezzo a veri Sivigliani di ogni età: El Rencocillo, la più antica taverna della città, e la Bodega Santa Cruz sempre affollata di giovani avventori nel centro del pittoresco quartiere omonimo. E da bere? Naturalmente Sherry, che ho degustato in tutte le tipologie, Fino, Manzanilla, Oloroso, Pedro Ximenez ecc..   
Per gli shopping addicted la zona di riferimento è senza dubbio Calle Sierpes dove in mezzo a famosi marchi internazionali si trovano piccoli negozietti o botteghe tipicamente sivigliane che vendono i classici ventagli decorati, i mantones (scialli quadrati tipici andalusi), sombreri, ceramiche e deliziosi dolci come alla Confiteria La Campana. Qui, assaggiando un’ottima torta accompagnata da un buon succo d’arancia, si può sostare circondati da un’autentica atmosfera sivigliana fatta di uomini d’affari che leggono il giornale, famiglie, giovani studenti universitari, vecchietti che sorseggiano un buon tè.
In questa città la gente è un valore aggiunto, ho incontrato solo persone cordiali, gentili e molto disponibili che mi hanno fatto sentire sempre bene accolto nonostante il mio spagnolo stentato. Certo ogni tanto c’è un po’ di disorganizzazione, soprattutto all’ora di cena (qui rigorosamente dopo le 21), e in giro si vedono molte zingare, depositarie delle tradizioni gitane, ma con un po’ di pazienza si può considerare tutto ciò come altre tipicità spagnole.
Siviglia merita decisamente una visita, magari nei mesi di Marzo-Aprile, quando si può godere di un bel clima mite e della fioritura primaverile di centinaia di boccioli colorati. In conclusione, prendendo in prestito una frase di un celebre Reality Show: “Per me è Si…viglia!


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