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domenica 20 novembre 2011

Nude per sostenere la libertà d'espressione. Dall'Egitto ad Israele è solidarietà fra donne via web

Lo striscione delle donne di Tel Aviv
Uno striscione in arabo, in ebraico e in Inglese che porta la scritta: "Amore senza confini. Omaggio ad Aliaa El Mahdy. Le sorelle d'Israele". 
E loro dietro, a posare senza veli, le sorelle israeliane della blogger egiziana più famosa e criticata degli ultimi tempi. Nude e pronte a rivendicare la loro libertà d'espressione, perché sostengono "quando sei nuda, sei uguale a tutte le altre".
Ma partiamo con ordine, dai primi passi di questa vicenda che ha smosso mezzo mondo, dividendolo, come succede per le cause più profonde, in due estremità spaccate.

Una blogger egiziana: Aliaa El Mahdy, posta sul suo blog un album di foto in cui posa nuda in nome della libertà d'espressione. Si definisce, laica, liberale, femminista, vegetariana, individualista e egiziana. Le sue idee, piuttosto chiare, non faticano a trovare sostenitori ma soprattutto contrari che la giudicano e le contestano lo scopo troppo rivoluzionario.
In men che non si dica è caos totale: 100.000 le persone che cliccano sul suo blog per vedere le immagini osè. 
L'album si intitola "fan ary" (arte nuda) e contiene otto scatti. In una di queste, scattate nella sua casa natale, Aliaa posa senza veli, con delle autoreggenti e con le scarpette rosse, in un'altra stessa posa ma con pecette gialle che e coprono le parti intime, gli occhi e la bocca. Gli adesivi simboleggiano, a detta della studentessa del Cairo "la censura sulla nostra coscienza, la nostra espressione e la nostra sessualità".

Una delle foto dell'Album "Fan ary"


I commenti su facebook e twitter impazzano portando a galla gli ideali per cui la stessa si batte. Le foto simboleggiano il "grido contro la società della violenza, del razzismo, della violenza sessuale e dell'ipocrisia".
Un atto rivoluzionario che porta con sé preoccupazione, data anche la vicinanza del periodo elettorale egiziano. Senza contare che questo gesto è costato alla ragazza qualcosa come 250 mila fra insulti e minacce di morte, la paura di uscire di casa e la chiusura degli account di twitter e facebook.

A pochi giorni di distanza, 50 ragazze israeliane si trovano in una casa occupata sul Rotschild Boulevard di Tel Aviv e senza vestiti posano ai piedi di uno striscione solidale nei confronti della sorella egiziana. E' una solidarietà che non ha confini, che rompe gli schemi e che vuole dimostrare al mondo la realtà dell'uguaglianza che va al di là delle diversità culturali. La libertà d'espressione, in ogni sua forma, è un diritto individuale che prescinde da usanze, cultura e religioni. In un anno di rivolte arabe, è la prima volta in cui da Israele arriva un sostegno così netto a favore delle nuove libertà.
"Abbiamo deciso di stare con lei - spiega Or Tepler, 28 anni, che ha lanciato l'iniziativa di solidarietà sui social network - non solo perché vogliamo che continuino buone relazioni fra Israele e Egitto, ma soprattutto da donna a donna: quando una foto simile finisce sotto processo, a noi vengono in mente segregazioni femminili che stiamo subendo in tutto il Medio Oriente.


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